Lavorare come educatore professionale: definizione, mansioni e stipendio

Gli ambiti in cui un educatore professionale socio sanitario può lavorare sono molteplici e rispondono alle esigenze sociali anche molto diverse tra loro.
A prescindere dal contesto, è fondamentale che l’educatore/rice prenda le proprie decisioni considerando le necessità della persona che ha di fronte, benché la formazione professionale sia affine per tutte queste figure.
Quest’oggi, ti illustreremo le varie facce della stessa medaglia (ossia della professione in questione), cercheremo di darle una definizione, ti diremo quali sono le mansioni principali, parleremo della giornata tipo di un educatore/rice e scopriremo addirittura quanto guadagna.

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Educatore professionale: chi è

L’educatore/rice professionale è colui/lei che aiuta le persone a ritrovare la motivazione e a liberare il loro potenziale inespresso. Come? Attraverso percorsi psicoterapeutici ed educativi didattici a sostegno di comunità che si trovano in situazioni del tutto disagiate.
Qual’è il fine di tutto questo? L’autonomia! Far sì che queste persone siano perfettamente in grado di portare a termine un incarico senza la presenza e la supervisione costante dell’educatore/rice professionale.

Educatore professionale: cosa fa

Molte delle sue funzioni prevedono:

  • Osservare e valutare il gruppo sociale per scoprirne le attitudini, le abilità, le problematicità e le necessità;
  • Lo studio e l’ideazione di un PIP (Piano di Intervento Personalizzato) nell’interesse dei bisogni e delle aspirazioni della comunità;
  • Realizzare quel progetto con sistemi e mezzi diversi in relazione all’area di intervento;
  • La partnership con altri professionisti come docenti, dottori, pedagogisti, psichiatri e terapisti occupazionali. In tal caso la molteplicità del team di lavoro rispecchia le necessità della comunità interessata.

Educatore professionale: la sua giornata tipo

La routine lavorativa di un educatore/rice ha inizio con gli utenti della comunità presso il centro dove si terranno le attività.
Dopo aver chiamato per nome e controllato le presenze, si parte con le attività comuni ed individuali come da programma. É possibile lavorare in gruppi (piccoli e grandi) o con un ente singolo, attraverso il gioco, la conversazione, il lavoro manuale e il dibattito collettivo.
Ciascuna di queste azioni viene selezionata in base all’età anagrafica degli individui, ai loro problemi, alle esperienze di vita e ai traguardi da raggiungere.
Ogni giorno, l’educatore relaziona i miglioramenti o gli ostacoli della collettività al responsabile e valuta la propria idea di azione confrontandosi con altri specialisti, tutti impegnati nel raggiungimento di determinati obiettivi.
Chi per lavoro deve fare continuamente fronte a un’emergenza (come ad esempio i medici o gli operatori nei centri d’accoglienza) dovrà essere pronto ad intervenire su chiamata attenendosi ai ritmi fissati dall’attività: può arrivare di punto in bianco un nuovo gruppo di immigrati o qualcuno può aver bisogno di cure anche a tarda notte. Insomma, bisogna sempre stare in campana.

Educatore professionale: quanto guadagna?

Lo stipendio a cui può aspirare un educatore professionale è suddiviso a seconda dell’età e dell’esperienza:

  • Un/a giovane alle prime armi può guadagnare 800/850€;
  • Trascorsi 4/9 anni dal suo “esordio”, il suo stipendio può ammontare intorno a 1000€;
  • Dopo 10/20 anni di carriera, potrà guadagnare circa 1350€;
  • A fine carriera può intascare più o meno 1400/1500€

Le strutture private sono decisamente le più auspicate per svolgere questa professione, in quanto possono garantire stipendi più “appetibili” conformemente alla situazione economica più che positiva di cui solitamente godono. Va anche detto che raramente un educatore professionale può arrivare a percepire più di 2000€ al mese. Tale cifra rappresenta la soglia massima per chi lavora in una struttura con un contratto a tempo indeterminato.