Recesso franchising senza rischi, come fare

Come uscire dal franchising evitando di subire conseguenze spiacevoli? Quali sono i passi da seguire per esercitare in maniera corretta e nel rispetto delle leggi in vigore il diritto di recesso? I rapporti fra le parti di un contratto di franchising ad un certo punto possono prendere una brutta piega, per tutta una serie di ragioni. Questo succede, ad esempio, quando una delle due parti non rispetta gli accordi presi o l’affiliato non ottiene quando invece era stato promesso al momento della stipula. Vediamo, quindi, come è possibile recedere dal franchising senza rischi, seguendo i consigli dello Studio Legale Adamo.

Franchising e recesso: come fare?

Ci sono tante buone ragioni che spingono a pensare come uscire dal franchising. A questo proposito basta pensare ai ricorrenti casi in cui il franchisor ha fornito informazioni non veritiere al momento della stipula del contratto o manca del tutto il know how. In tanti altre situazioni, invece, il franchisor non provvede a pubblicizzare il marchio, a fornire l’assistenza necessaria o la consulenza periodica. Non mancano anche franchisor che effettuano le forniture della merce in maniera scorretta e senza rispettare le tempistiche pattuite. Cosa è possibile fare di fronte a queste problematiche?

L’affiliato che si trova a guadagnare meno di quanto aveva preventivato potrà recedere dal franchising senza rischi, a patto di seguire alcune regole. Diversamente potrebbe non solo rischiare il fallimento, ma anche numerose conseguenze giuridiche abbastanza onerose. La prima cosa da sapere è che, nel rispetto di determinati presupposti, si può annullare il contratto di franchising e ciò porterà allo scioglimento definitivo dei rapporti fra le parti. Per porre fine a questo legame contrattuale è comunque necessario un ulteriore accordo fra franchisor e affiliato oppure una sentenza del Giudice.

Franchising e recesso: quali sono le conseguenze?

Recedere dal franchising senza rischi significa prima di ogni cosa muoversi con estrema prudenza, per evitare di peggiorare la situazione e compromettere del tutto gli aspetti patrimoniali. Solitamente i contratti di franchising vengono stipulati allo scopo di ridurre il rischio di impresa. Tutto questo se le parti si comportano in modo corretto e rispettando le pattuizioni. Nei fatti però questo molto spesso non avviene.

Come uscire dal franchising è proprio il quesito che oggi si pongono tanti affiliati. In ogni caso è bene precisare che non si può recedere solo perché ad un tratto gli accordi che erano stati presi in origine non sono più graditi. Occorre, invece, il verificarsi di un grave adempimento da parte del franchisor. Quando, ad esempio, questo soggetto non offre l’asistenza e la consulenza, oppure non consegna le forniture nei tempi stabiliti e pubblicizza il marchio, si può pensare seriamente di recedere dal contratto.

In buona sostanza è fondamentale che la parte ponga in essere un comportamento illecito e contrario alle clausole contrattuali. Solo in questa maniera sarà possibile esercitare validamente il diritto di recesso, senza con questo passare dalla parte del torto. Il recesso può essere esercitato prima della scadenza naturale del contratto, che solitamente è di 3 anni. Bisogna precisare che il contratto cessa di esistere anche se alla scadenza non viene rinnovato fra le parti.

Franchising e recesso: considerazioni finali

Esistono tante buone ragioni per recedere definitivamente dal contratto di franchising. Il diritto di recesso può essere comunque esercitato solo quando sussistono specifici presupposti e si verifica una condotta illecita, perché altrimenti si corre il rischio di subire spiacevoli e pesanti conseguenze. Ecco perché è molto importante non prendere iniziative, ma rivolgersi a un vero professionista del settore. La consulenza di un avvocato specializzato in recesso e franchising si rivela indispensabile per ottenere il regolare scioglimento degli accordi contrattuali, senza con questo andare incontro a nessun tipo di rischio.