Utilizzo della sedazione cosciente in ambito odontoiatrico

La sedazione cosciente è un metodo anestetico utilizzato durante operazioni ed interventi che richiedono solamente un effetto locale. Viene preferita all’anestesia classica perché molto meno impattante sul paziente e perché richiede un periodo di osservazione molto più breve (un paio d’ore invece di un giorno intero, evitando quindi il ricovero).

In ambito odontoiatrico viene generalmente preferita in quasi tutte le situazioni perché gli interventi sono o di piccola entità, o in media comunque non così estensivi da richiedere una sedazione totale.

 

Il centro Daina, ad esempio, è una delle cliniche odontoiatriche con sedazione cosciente a Bergamo a cui potersi affidare in caso di necessità.

 

Come avviene la sedazione cosciente

 

Tutte le pratiche riguardanti la sedazione, cosciente o meno, vengono seguite da un medico anestesista che valuterà la storia clinica del paziente e monitorerà i parametri per tutta la durata dell’operazione, ma anche nel periodo immediatamente successivo.

Si può operare in due diverse modalità: via ago cannula o tramite inalazione di protossido di azoto.

Nel primo caso vengono somministrati dei farmaci tramite ago cannula inserita in vena ed è lo stesso procedimento utilizzato anche per la sedazione totale. L’obiettivo è quello di ottenere un rilassamento del corpo ed una riduzione delle percezioni fisiche da parte del paziente, il quale avrà una sensibilità estremamente ridotta (o nulla) al dolore e al fastidio. Per interventi di lievissima entità, la somministrazione può essere ancora più localizzata, con iniezioni direttamente nell’area da trattare così da ottenerne la desensibilizzazione.

Il secondo metodo si avvale invece di una miscela di protossido di azoto e ossigeno, la quale viene somministrata al paziente per inalazione sfruttando un’apposita mascherina ed un miscelatore di gas. L’effetto del protossido di azoto è quello di inibire reazioni quali ansia e paura, ma anche ridurre la sensibilità delle superfici a diretto contatto con il gas.

 

La sedazione per inalazione in medicina odontoiatrica

 

Proprio quest’ultima caratteristica è particolarmente apprezzata dai medici che si occupano di medicina odontoiatrica. L’utilizzo del protossido di azoto consente di ridurre i riflessi naturali (come quello del vomito), l’ansia e anche la sensibilità dei denti posti in posizione anteriore nell’arcata mascellare. Questa combinazione di fattori ha fatto sì che moltissimi studi odontoiatrici scegliessero questa metodologia come metodo anestetico principale, spesso associandolo ad iniezioni locali per estendere la desensibilizzazione ad altre aree della bocca.

Non è raro infatti che moltissimi pazienti mostrino segnali di belonefobia o comunque un generale timore per aghi ed iniezioni. Procedere per via endovenosa e locale porterebbe ulteriore stress, rendendo le operazioni più complesse e spiacevoli per il paziente. Offrire una forma alternativa meno impattante sotto il profilo psicologico è uno stimolo in più a non tralasciare la salute dei propri denti.

 

Bambini, anziani e complicanze

 

A seguito di qualsiasi tipologia di sedazione occorre rimanere per un determinato periodo in osservazione, così da assicurarsi che non si presenti alcuna tipologia di effetto collaterale. Una sedazione totale richiede periodi di osservazione molto lunghi.

Nel caso dell’anestesia locale tramite iniezione è discrezione del medico anestesista valutare quanto lunghi debbano essere i tempi di attesa, in particolare se il paziente deve mettersi alla guida o recarsi sul luogo di lavoro.

A seguito dell’utilizzo del protossido di azoto, i tempi sono generalmente brevi in quanto il gas viene rapidamente eliminato tramite la respirazione. L’alta volatilità del gas fa sì che già in 5 minuti non vi sia più traccia a livello polmonare e l’unica raccomandazione è quella di non mettersi alla guida nei momenti immediatamente successivi alla somministrazione. Nel caso di categorie fragili, quali anziani e bambini, spesso si preferisce utilizzare questo metodo per non rischiare di impattare negativamente sulla salute del paziente.

In genere si opera così con molta frequenza sui bambini, i quali tendono ad avere alti livelli d’ansia e potrebbero agitarsi in sedazione locale, ma anche su pazienti disabili e persone poco collaborative.